mercoledì 1 ottobre 2014

Quando avevo paura del buio

"Quando avevo paura del buio" racconta la storia di Roberto, un bambino a cui non piace andare in cameretta a dormire perché ha paura del buio e dei mostri che vi si nascondono. Nonostante le rassicurazioni della mamma, Roberto non riesce a prendere sonno e vede mostri dappertutto. Ad un tratto si accorge che Orsetto, il suo peluche non è a letto con lui, ma in una cassapanca dall'altra parte della stanza. Decide di salvarlo, si fa coraggio, lo porta sotto le coperte con sé e a quel punto è Orsetto stesso a rassicurarlo dicendogli che se avesse avuto paura sarebbe bastato abbracciarlo forte e contare fino al dieci. Roberto ci prova e la sua paura se ne va.
In questo albo illustrato il tema della resilienza non viene trattato in modo esplicito, ma ci sono alcuni elementi che ne caratterizzano la presenza. Roberto ha una paura, quella del buio e dei mostri. Queste due paure sono le metafore di tutte le varie paure che possono affliggere i bambini o comunque di tutte quelle situazioni che li rendono inquieti, spaventati e non sereni.
Roberto che si fa forza e va a salvare il suo orsacchiotto, oltre al tema dell'importanza della fantasia e del gioco, fa emergere un altro elemento tipico dell'essere resilienti ovvero la capacità di vedersi dal di fuori, "...importanza del sapersi dissociare da se stessi, per non confondersi con il fatto doloroso che si sta vivendo...".
Infatti il bambino protagonista si rivede nel pupazzo lasciato solo al buio e decide di diventare suo salvatore. La situazione poi si ribalta quando, una volta al sicuro sotto le coperte, Orsetto diventa invece tutore di resilienza immaginario per Roberto. Oltre alle parole di Orsetto, che dimostrano come "...il contatto caloroso e sensibile con l'altro aiuti a reagire...", il fatto del contatto ricorda il rapporto madre-bambino e la teoria dell'attaccamento. Un attaccamento sicuro è fondamentale per diventare resilienti, è un fattore di protezione essenziale che permette al bambino di sviluppare al meglio l'autostima e di non avere grossi problemi nell'affrontare situazioni diverse dal solito, anzi, essendo curioso, fiducioso e sicuro. Orsetto, quindi, può rappresentare la figura materna, che è la figura di attaccamento per eccellenza, ma anche quella di un qualsiasi altro tutore, adulto significativo che aiuta ad affrontare con coraggio e forza momenti difficili.
L'albo illustrato si conclude con l'immagine di Roberto e Orsetto che dormono vicini e con le due pagine successive tutte di colore blu scuro/nero che stanno ad indicare che ciò che faceva paura non si è eliminato, ad esempio accendendo la luce, ma è rimasto e ci si riesce lo stesso a convivere.


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